martedì 15 gennaio 2008

La prigione ideale


Sarà che oggi mi sento ‘bigia’, ma una bella notizia merita sempre di essere pubblicata e diffusa.
Questa arriva da LE MONDE 2, articolo scritto da P. Liètar. Parla di un carcere in Norvegia, sull ‘isola di BASTØY, a sud di Oslo. E’ studiata per l’ultimo periodo di detenzione. Per preparare gli uomini a rientrare nella società. 115 circa. 2 chilometri quadrati di foresta, spiagge e laghi. Le piccole case colorate che spuntano nel paesaggio, sono le case dei prigionieri. Fondata nell’84, dieci anni fa diventa un centro modello. Attenti alla qualità del cibo, al risparmio energetico e al controllo di emissioni di anidride carbonica. Il principio fondamentale è “Quello che fai agli altri e alla natura, lo fai a te stesso. …Se siamo troppo repressivi con i prigionieri, un giorno questa violenza si ritorcerà contro di noi.” Sull’isola i detenuti sono obbligati a lavorare. Nei campi, nelle stalle, nella manutenzione generale, come carpentieri, in corsi di informatica. E la piccola paga gli serve per sigarette e telefonate (sull’isola ci sono varie cabine telefoniche rosse) o per affittare libri o DVD nei Week-end. I dipendenti sono 69, e alla sera la maggior parte prende il traghetto e lascia l’isola fino alla mattina dopo. E non ci sono numeri di matricola. Solo nomi delle persone…

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