venerdì 24 febbraio 2012

SEMPRE DI VIAGGI si PARLA


(OLTRE LO QUIZ-SHOW, oltre i REALITY) Anche questa volta parlo di format e personaggi trasversali. Un altro viaggiatore che mi appassiona è Paul Merton. Uno scopritore di percorsi curiosi e non turistici. Ad esempio l’hotel sopra Berlino, costruito in un ex carcere?? Idea geniale: le camere sono nelle vere celle, la colazione in camera te la passano dalla feritoia, la sala da pranzo è il refettorio del carcere. O il negozio di scarpe a Firenze dove il padrone, che le fa a mano, e ogni paio (particolare in vero) diverso dagli altri, sceglie lui le scarpe che devi prendere?

I CUOCHI che fanno CULTURA




(o LA CULTURA DEI CUOCHI)
Tutte le mode vengono, passano, poi ritornano, a cicli. E’ nuovamente in auge la CUCINA. Nelle librerie gli scaffali dedicati ai libri di ricette sono raddoppiati, non c’è canale televisivo che non proponga trasmissioni condotte da chef, o dove aspiranti chef vengono sfilettati per lo show.
Ma qualcosa è cambiato nel terzo millennio: gli chef e i format televisivi. Trovo alcuni chef facciano trasmissioni culturali che vanno oltre alla cucina. Propongono viaggi per il mondo alla scoperta di cucina locale ma contestualizzata al posto, alle materie prime, agli usi e costumi. Ci sono i golosi epicurei come Antony Bourdain, i perfezionismi competitivi di Gordon Ramsay, l’educazione al mangiare bene di Jamie Oliver. Loro girano il mondo con un’idea, e lo scoprono e interpretano partendo da quell’idea. Stò imparando cose dal mondo che nei passati 30 anni di televisione non ho mai visto in nessuna trasmissione televisiva sui viaggi e i popoli (tranne le chicche dei viaggi di Syusy Blady e Maurizio Roversi). Io sono pazza di questi chef illuminati, e nel seguire le loro avventure ho trovato un po’ di sollievo dal lutto per la morte di Manuel Vázquez Montalbán e dei viaggi culinari del mitico Pepe Carvalho.
Vi prego di segnalarmi altre trasmissioni su questo registro.